Scuola di Formazione Psicosociale ad Orientamento Analitico-Transazionale Psicodinamico

Sviluppo Umano - Arezzo, Via Erbosa 11 - Tel. 333.9480094 | Antonio Raneri - cell: 340.782.9828 - info@antonioraneri.it - www.antonioraneri.it


Intuizione

Intuizione

Intuire significa per Berne emettere dei giudizi in maniera immediata, attraverso processi psichici di cui siamo inconsapevoli.
Emettere dei giudizi significa conoscere, così gli studi sull’intuizione rappresentano uno studio epistemologico sui diversi modi di conoscere.

Egli individua quattro modi in cui emettiamo giudizi o conosciamo:

  1. Attraverso una percezione verbalizzata, logica e attivamente diretta. Ad esempio la diagnosi di schizofrenia fatta da un gruppo di studenti. Questo è un processo conscio.
  2. Attraverso processi e osservazioni non verbalizzate, basate su conoscenza che per un lungo uso sono integrate alla personalità e perciò funzionano sotto il livello della coscienza, perché l’immagine cinestesica si è integrata alla personalità in misura tale da non richiedere più la consapevolezza del suo svolgimento. Un clinico esperto non ha bisogno di elencare tutti i criteri per diagnosticare una patologia egli compie il processo automaticamente in maniera inconscia. Area cerebrale: nucleo orbitofrontale limbico: preconscio
  3. Attraverso l’“impressione dei sensi compreso l’olfatto”, questi sono indizi la cui formulazione non è ancora diventata e forse non diventerà mai conscia. Questo è un processo “subconscio primario”. L’intuizione di cui parla Berne. Tali intuizioni sono la sintesi di elementi sensoriali distinti “percezioni subliminali” di cui sia la percezione sia la sintesi hanno luogo al di sotto della soglia di coscienza. In sintesi Berne ipotizza che la mente elabora le informazioni senza la nostra consapevolezza. Questa modalità è oggi confermata dalle ricerche scientifiche. Area cerebrale: nucleo cingolato limbico: inconscio.
  4. I giudizi possono essere formati secondo modalità che non possono essere spiegate con ciò che oggi sappiamo delle percezioni sensoriali. Inconscio. Area cerebrale: nucleo limbico amigdaloideo: inconscio profondo.

Ho azzardato un parallelismo tra le ultime tre forme di giudizio di Berne e le ricerche di Shore sulla regolazione degli affetti e sulle strutture cerebrali interessate ad esse. Shore ha osservato che le strutture su citate si occupano di processi preverbali tra i quali l’intuizione. Pertanto mi è sembrato singolare che i processi psichici da lui descritti si sovrapponessero in parte con le descrizioni fornite da Berne.
Berne aveva compreso che per provocare processi di cambiamento il terapeuta doveva connettersi con quei livelli (terzo e quarto) ed utilizzarli tutti. Berne parla di subconscio primario cioè di un livello che include il preconscio ma è più vicino all’inconscio, come se per intuire bisogna essere in una stato che permette alla dimensione inconscia di emergere ed a quella conscia di accogliere il materiale che emerge, come in uno stato di rilassamento. Shore infatti sostiene che dal punto di vista neurofisiologico l’emisfero sinistro (logico) deve essere attivo ma non dominante in modo da far emergere i contenuti dell’attività dell’emisfero destro (affettivo).
Entrare in quello spazio significa incontrare immagini, scene che ci portano in contatto con l’esperienza vissuta dal paziente.
Egli infatti parla di immagini primarie, ad esempio egli descrive come, durante la seduta, aveva l’immagine della paziente da bambina nuda dinanzi ad una platea e che questa gli fu confermata da un racconto della paziente.
Individuare l’immagine primaria significa individuare la relazione oggettuale fondante la storia della persona, cioè quella persona oggi si comporta ancora come se fosse quella bambina in quella situazione e/o come reazione ad essa.
Berne connette la dimensione intuitiva con l’osservazione; osservò l’importanza dei comportamenti non verbali, in particolare della mimica facciale, e comprese come sia possibile l’intuizione, cioè il terzo tipo di giudizio.
Sembra che siamo programmati per sintonizzarci con il mondo emotivo degli altri, ciò accade attraverso un processo di imitazione dei movimenti muscolari percepiti che produce delle immagini utili per adattarci all’ambiente.
Questo studio dice a Berne che:

  • l’intuizione fornisce importanti dati per la ricerca ed il lavoro clinico;
  • capire è differente da verbalizzare: i cani sanno delle cose ed anche le api, la vera conoscenza consiste nel sapere cosa fare piuttosto che conoscere le parole.
  • I segnali non verbali sono molto importanti.

L’intuizione è un giudizio di realtà.
Il giudizio è un’immagine della realtà che influisce sul comportamento e i sentimenti nei confronti della realtà.
Un’immagine si forma integrando impressioni sensoriali e di altro genere l’una con l’altra e con le tensioni interne basate su bisogni presenti ed esperienze passate.
Un’immagine implica una relazione oggettuale significativa emotivamente. Questa relazione è attivata nel presente e riconosciuta attraverso l’incontro con gli altri.
L’intuizione fallisce quando il Bambino è corrotto dall’offerta di un premio o dalla minaccia di una punizione o quando l’Adulto con il suo ragionamento e il Genitore con le sue idee preconcette entrano in campo.  
L’intuizione è la conoscenza ottenuta per mezzo di un contatto sensibile con l’oggetto, senza che la persona che intuisce sia in grado di spiegare esattamente a se stessa e agli altri come sia arrivata alle sue conclusioni. In parole povere, intuizione significa sapere qualcosa senza sapere come abbiamo fatto a saperlo. (Guida per il profano alla psichiatria ed alla psicoanalisi, 1966)
Lo studio sull’Intuizione conduce all’elaborazione del concetto di stato dell’Io come rappresentazione, appunto immagine, della realtà relazionale del bambino nella relazione con il mondo che lo circonda.

 

Oggi l’intuizione di Berne circa la costituzionale predisposizione dell’essere umano a comprendere le intenzioni dell’altro è stata confermata dagli studi sui neuroni a specchio, cioè quei neuroni, vicino all’area motoria del SNC, che mimano i movimenti della persona riproducendo così l’esperienza emotiva del soggetto.